Sono stato a Bologna e sono entrato a palazzo Fava con l’intenzione di vedere gli affreschi dei fratelli Carracci realizzati alla fine del Cinquecento e raffiguranti il mito di Giasone, di Europa e alcune storie tratte dall’Eneide.
Le sale, però, sono accessibili soltanto se la visita comprende anche l’ingresso alle mostre. E, così, per caso, ho ammirato la mostra Mexico. La Mostra Sospesa: Orozco, Rivera, Siqueiros.

Di cosa si tratta?
Sono 68 opere tra le più significative della pittura muralista messicana e riconosciute come patrimonio nazionale. Tali opere giunsero a Santiago del Cile nel settembre del 1973 e avrebbero dovuto testimoniare la solidarietà e l’amicizia tra il Cile e il Messico, quest’ultima nazione arrivata alla democrazia dopo una rivoluzione sanguinosa, sostenuta da una nuova forma di espressione popolare fondata sull’idea post romantica della libertà: il muralismo.
Due giorni prima dell’inaugurazione, il generale Augusto Pinochet effettuò il golpe che lo mantenne al potere nei diciassette anni successivi. E così, i quadri di José Clemente Orozco, Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros vennero imballati in fretta e furia e imbarcati su un aereo insieme alla vedova e i due figli dell’ex presidente Salvador Allende. Nessuno vide neanche uno di quei quadri inediti e la collezione ritornò in patria. Da allora, si parlò di exposición pendiente (la mostra sospesa).
Adesso, quella mostra “sospesa” rivive a Bologna. E, alla fine del percorso, non puoi non pensare che il tempo abbia ristabilito gli eventi e che il visitatore possa ritenersi fortunato.
José Clemente Orozco
Si inizia con Orozco (1883-1949), simbolo della complessità e delle contraddizioni che hanno segnato la Rivoluzione messicana e il regime post-rivoluzionario. Le sue opere, infatti, deridono le figure militari, svelano la corruzione politica e smascherano personaggi adulanti e ridicoli. A dispetto delle molteplici tonalità dei colori utilizzati, le sue tele provocano un senso di inquietudine in cui si denuncia la barbarie degli uomini. Come un Cristo che distrugge la sua stessa croce o nella rissa in una tipica locanda del posto.
Diego Rivera
Diverso è il percorso proposto per Rivera (1886-1957). Il visitatore, infatti, è accompagnato tra gli sviluppi del suo stile in cui si riconosce il periodo cubista e postcubista, frutto del suo soggiorno in Europa e della conoscenza di Picasso, Modigliani, Gris e Léger, la pittura naif e quella più vicina agli aspetti popolari della sua patria.
David Alfaro Siqueiros
Siqueiros (1896-1974), invece, si propone come sperimentatore di materiali, come la pirossilina, un composto chimico che riesce a dare tridimensionalità ai suoi lavori che presentano sempre una spiccata analisi della condizione politica e sociale mondiale.
La mostra è visitabile fino al 18/02/2018. Info: http://www.genusbononiae.it/
3 commenti su “La mostra “pendiente” dei muralisti messicani”