Axel Farner (1964) ha il merito di aver trasformato la mortale epidemia di Xylella fastidiosa che ha causato la distruzione di migliaia di ulivi secolari pugliesi in un’occasione di creazione artistica dai sorprendenti risultati scultorei.
Egli ha restituito una dignità ai tronchi disseccati facendoli rivivere sotto forma di sculture di medie e grandi dimensioni che assumono forme astratte o direttamente riconducibili alla realtà a seconda del loro grado di deterioramento.
Il suo processo creativo non è basato su un procedimento di assemblaggio ma, al contrario, sull’eliminazione delle parti lignee gravemente intaccate dal batterio: la scultura, quindi, prende forma “per forza di levare” (come sosteneva Michelangelo Buonarroti) in un continuo compromesso tra la volontà ideativa dell’artista e le effettive condizioni della materia.
Le sculture di Axel Farner vanno osservate da diverse angolazioni per apprezzare pienamente le venature del legno. Non solo, esse sono opere tattili e olfattive per il particolare odore emanato dall’olio di lino, necessario per dare lucentezza alla materia e proteggerla nel tempo.
Dopo innumerevoli esperienze di vita e professionali all’estero e in Italia settentrionale, Axel Farner vive ora in una masseria nelle campagne del brindisino dove ha stabilito anche il suo laboratorio artistico in cui realizza anche altre tipologie di sculture, assemblate con pezzi di legno di ciliegio e pero.
Inoltre, Farner è attivo nel campo della pittura con una vasta produzione che si ricollega alle Avanguardie artistiche del Novecento, dall’astrattismo all’espressionismo tedesco e fino primo cubismo.