Taranto ha un nuovo museo: il Mudit, il Museo degli illustri tarantini, inaugurato lo scorso ottobre.
Il Mudit è ospitato nella ex masseria Solito, un bene culturale incastonato in una zona ad alta densità abitativa nella parte sud-orientale della città di Taranto e salvato dalla distruzione grazie all’ostinata passione di un comitato di cittadini.
La masseria Solito
La masseria era una struttura produttiva agricola che, dal 1717, fu gestita dal reverendo Domenico Antonio Solito, un esponente di spicco del clero tarantino. Essa, però, esisteva già nel Cinquecento e si estendeva in una zona caratterizzata da acque sorgive e dalla presenza di necropoli greche e di mura magnogreche, quindi lontano dal centro della città che si estendeva nell’isola.
L’edificio, quindi, si trovava sull’antico asse viario collegante la polis greca con i centri abitati verso oriente. Oggi, la zona è caratterizzata dalla presenza della cripta del Redentore e della grande biblioteca comunale Pietro Acclavio.
Nel 1886, il famoso archeologo Luigi Viola, fondatore del Museo Archeologico di Taranto, acquista la proprietà e la trasforma nella sua residenza privata avviando uno stabilimento enologico, una distilleria, una manifattura per la lavorazione del tabacco e una fabbrica di calce.
Dopo alterne e tortuose vicende, nel 2013, il Comune di Taranto acquista la struttura scongiurando il suo abbattimento e avvia un restauro.
Un museo speciale
Il Mudit propone un percorso multimediale di conoscenza e approfondimento dei maggiori esponenti della cultura tarantina nei secoli. Al piano terra, infatti, il visitatore può informarsi, in maniera autonoma, sulla vita e opere di uomini e donne tarantini attraverso una moltitudine di documenti digitali, curati e costantemente aggiornati dal Centro studi Cesare Giulio Viola.
L’offerta culturale si compone anche di una biblioteca, di un caffè letterario, di un bookshop e di un ampio cortile. L’intero museo, quindi, vuole essere uno spazio culturale multifunzionale per tutti i cittadini, un luogo di incontro e di condivisione aperto e gratuito in cui esercitare i propri talenti.
Curiosità architettoniche
Dell’antica masseria, prima di proprietà Solito e poi Viola, il Mudit conserva alcuni particolari elementi architettonici, fortunatamente scampati all’abbandono e all’incuria.
Una parte del cortile conserva ancora l’antica pavimentazione costituita da chianche, pietre poligonali con cui si rivestivano le strade in epoca romana. Gli ambienti del piano terra conservano le volte a botte, a forma di mezza circonferenza con archi a tutto sesto, e delle nicchie che, in origine, servivano come mangiatoie per gli animali.
Sul prospetto centrale, sono stati riposizionati alcune mensole e cornici in carparo, una particolare pietra locale calcarea di un tenue colore marrone. Al di sopra del tetto a salienti dello stesso prospetto centrale, ci sono due comignoli e un pinnacolo in pietra a forma di croce composto da quattro triangoli con le basi ondulate orientate verso l’esterno e con uno degli angoli convergenti al centro.
Tale elemento identifica l’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme e caratterizza il luogo come ritrovo e sosta dei militari e volontari diretti in Terra Santa che, passando da Taranto, si imbarcavano poi dai porti di Bari o Otranto.
Il piano superiore, invece, oggi adibito a sala conferenze, conserva una parte di pavimento realizzato con le cementine, le artistiche mattonelle decorate con motivi floreali e geometriche colorati. I soffitti sono a vista: una parte è di legno, a spiovente; l’altra è a cannuccia (o a cannizzo, secondo la dicitura locale).