Ho conosciuto lo scultore tarantino quarantacinquenne Massimo Carriero in occasione della rassegna periodica di esposizione di opere artistiche presso la Pinacoteca Museo Sant’Egidio di Taranto.
Le sculture esposte in tale occasione sono di diverse dimensioni e materiali.
Rimandano all’anatomia umana, in particolare alle ossa metaforicamente intese come la parte strutturale e più durevole presente biologicamente nel corpo.
Nell’opera Antica Ricerca. La spiga (gesso patinato e metallo), la colonna vertebrale di un essere umano è formata, ad uno sguardo più attento, da una serie di incastri di cinque figure disposte una sulle spalle dell’altra a simboleggiare il progredire dell’uomo nel tempo.
Inoltre, secondo Carriero, la particolare lavorazione della materia, che conferisce alla superficie una patina pressoché sgretolata, rinvia alla continua ricerca introspettiva di ogni uomo.
Essa può alimentarsi anche dall’esperienza tramandata dai suoi simili e persino raggiungere un’essenza superiore simboleggiata dall’ultima figura che alza le braccia verso l’alto.
D’altronde, il percorso personale di ricerca dell’essere umano nel suo continuo peregrinare sulla Terra è visibile anche nell’opera In cammino (terracotta e legno) in cui le tredici ossa-rocce, riferibili al numero degli apostoli e di Gesù, sembrano richiamare un moto ondoso.
Ghenesis (terracotta e trucioli di legno) sorprende per l’attento studio delle forme curve e per un senso di circolarità ed armonia tra lo spazio e le figure umane peculiare, ad esempio, nella famosa danza di Matisse.
Le quattro figure abbozzate, quasi dei tronchi verdognoli di albero, simboleggiano l’idea di evoluzione e di formazione, concetti caratterizzanti tutta l’attuale ricerca scultorea di Carriero.
PER APPROFONDIRE. I lavori di Massimo Carriero