Toledano ha il terrore di invecchiare. Così ha deciso di farlo il maggior numero di volte possibile.

Phillip Toledano (nella foto) è un’artista britannico concettuale di 53 anni, nato da madre marocchina-francese e padre americano. È cresciuto tra Londra e Casablanca. Fino al 2006, egli ha ritenuto fortunata la maggior parte della sua vita vissuta tra amore e privilegio.
Improvvisamente, il 5 settembre 2006, per un’aneurisma, muore sua madre e svanisce l’illusione di controllare la sua vita. “Pensavo che i genitori fossero per sempre – dichiara. Ma quando i miei sono svaniti, ho capito che niente lo era davvero. Ovvio forse per la maggior parte, ma non per me“.
Il futuro, quindi, acquisisce una linea di orizzonte finita. Spaventa e si palesa come pieno di ombre ed incertezze, amplificate dalla demenza del padre che non comprende l’improvvisa assenza della moglie in casa.
Anche per Munch, il celebre pittore norvegese (1863-1944), la morte dei suoi familiari lo turbano accrescendo il suo malessere, il suo innato pessimismo e le scelte iconografiche, a partire dalla prima mostra (fallimentare) a Berlino del 1902.
Toledano e Munch
In particolare, pur intrecciando varie relazioni, Munch respinge l’idea del matrimonio: lo ossessiona l’idea di trasmettere a eventuali figli la cagionevole salute ereditata per via materna e i disturbi mentali paterni.
Toledano reagisce alla morte con apprensione. Invece di aspettare impotente il futuro, egli decide di affrontare le proprie paure cercando di anticipare il destino e la direzione che prenderà la sua vita.
Il progetto fotografico Maybe
Toledano si sottopone ad un test del DNA per sapere quali malattie potrebbe contrarre. Si consulta con indovini, cartomanti e numerologi. Studia le statistiche delle compagnie assicurative. Prende lezioni di recitazione, per imparare a muoversi come un anziano di 90 anni, o un uomo di 55 in sovrappeso.
Parte il progetto fotografico Maybe in cui l’artista si proietta in diverse situazioni in cui potrebbe trovarsi in futuro. Il progetto assume il significato di un duro confronto con le nostre paure più nascoste, soprattutto quelle di invecchiare ed ammalarsi.
Nn solo. Il futuro (il suo, e quello di ognuno) potrebbe riservare degli inaspettati stravolgimenti positivi: ricchezza, amore e notorietà. Oppure un tranquillo lavoro in ufficio in attesa della pensione, un matrimonio duraturo, la bellezza di diventare genitori e nonni.
Insomma, Toledano effettua una ricerca su se stesso offrendo l’immagine delle sue intime inquietudini. Proprio come fa Munch, sulla scia delle teorie filosofiche di Kierkegaard.
Toledano, le foto delle trasformazioni
L’indagine sull’ossessione maturata dall’autore nei confronti dell’imprevedibilità della vita e della possibilità di perdere tutto lo porta ad interpretare fisicamente i possibili destini mettendoli in scena.
Egli, infatti, usa delle protesi che lo aiutano a comprendere di più cosa significhi ingrassare o invecchiare. Si ritrae obeso, solo, fallito, malato, senza una casa fino a morire dissanguato in una vasca da bagno.
Passa ore al trucco per poter assomigliare a suo padre. E ancora: è in vestaglia a mangiare la minestrina, è sfatto in una giornata di lavoro o, come gli avevano pronosticato alcuni indovini, diventa il leader di una setta religiosa.


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Fotografare il futuro
Scrive Toledano: “La fotografia riguarda sempre il passato. Il momento in cui viene scattata la foto; è dietro di noi, nella storia. Questo progetto riguarda il futuro, ma come si fa a ricercare ciò che non è ancora accaduto?”
Toledano, Maybe e gli altri percorsi
Maybe è durato tre anni e sulla sua realizzazione il regista Joshua Seftel ha girato il documentario The many sad fates of Mr. Toledano.
Maybe è solo l’ultimo tassello di un percorso personale e artistico intrapreso dal 2006 con Days with my father e When I was six, progetti legati alla morte dei genitori e della sorella (scomparsa a causa di un tragico incendio all’età di sei anni), in cui riflette sul rapporto con la sua famiglia, con la malattia, elaborando questioni irrisolte con se stesso.